Abbiamo spesso affrontato l’argomento riguardante i diritti e doveri legati all’installazione delle antenne nelle nostre abitazioni. Abbiamo parlato di antenne condominiali e di antenne singole, mai di antenna collettiva, cos’è davvero e cosa c’è da sapere.
In pratica più persone nella stessa palazzina, non tutti (quindi condominiale) possono mettersi d’accordo per l’installazione di una parabola per pay-tv o tv satellitare. Perchè si chiama collettivo e non condominiale? Si distingue perchè quest’ultimo nasce da una delibera dell’assemblea di condominio rivolta appunta ad una generalità di condomini, inoltre, come sta accadendo ultimamente in tante città alcuni comuni impongono l’accorpamento di parabole in una o più antenne collettive per salvaguardare il decoro dell’edificio.
In questi casi si parla di “condominio parziale”, va comunque informato l’amministratore, di norma gli si dà il mandato di organizzare il necessario lavoro e di scegliere l’impresa esecutrice di comune accordo con i soli condomini richiedenti. Mentre l’assemblea verrà coinvolta solo se si rendano necessarie modifiche delle parti comuni.
Il vantaggio, quindi, può essere legato al decoro architettonico, che la nuova disciplina impone di “preservare in ogni caso”, parliamo del 1122-bis. Dopo la riforma la tutela di questo bene viene a prevalere sul diritto all’antenna, trasformato in “anarchia” da un inarrestabile fenomeno di massa (relativo a parabole, climatizzatori, telefonia, ecc.) che ha modificato in qualche misura il comune senso dell’estetica e del decoro. In genere i regolamenti edilizi locali consentono solo antenne e parabole centralizzate sul tetto, ovvero, in caso di impossibilità tecnica, antenne singole ridotte al minimo poste sempre sulla copertura e non sulla facciata.